domenica 7 dicembre 2014

Ho visto un re (che aveva tanto gas cedibile in Basilicata)


Cedibile [ce-dì-bi-le] agg.: che può essere dato, venduto.
Così leggiamo sul vocabolario e questo ci da la conferma che avevamo capito bene.
Sul documento redatto dalla società Hyprotech Ltd ed indirizzato alla ENI E&P DivisionVia del Marchesato 13 – Marina di Ravenna (Ra), c'è scritto GAS CEDIBILE e deve intendersi Gas che può essere dato o venduto. Si tratta del gas contenuto nel petrolio estratto dai giacimenti della Basilicata.
Come si legge chiaramente dalle analisi commissionate da ENI alla Hyprotech e refertate martedì 11 febbraio 2003, una miscela di gas dall'elevato potere energetico.
Ci dicono alcuni esperti nel settore che quei “gas cedibili” non possono essere trasportati perché altamente infiammabili e finanche esplodenti e allora?

Con quei “gas cedibili”, che vanno separati dal petrolio estratto prima di immetterlo nell'oleodotto Viggiano-Taranto, si possono fare tre cose:
1)  liberarli in aria così come sono;
2)  bruciarli “in torcia” senza alcun filtro;
3) utilizzarli in una centrale apposita realizzata sul posto per produrre energia elettrica.
Sono migliaia le tonnellate di “gas-cedibile” estratte dalle viscere del territorio lucano in 16 anni di estrazioni:
cosa ne ha fatto l'ENI?
Quale soluzione ha scelto tra le uniche tre possibili?
Non è dato sapere ma nemmeno è vietato chiedere ai signori dell'ENI come ai signori dell'ARPAB e, perché no, ai signori amministratori Marcello Pittella, Piero Lacorazza, Salvatore Adduce. Personaggi apicali che in questi giorni sembrano preoccupati solo di non far male al re, al ricco ed al cardinale.
Hyprotec analizza il "GAS CEDIBILE" 1 di 2



Hyprotec analizza il "GAS CEDIBILE" 2 di 2

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